mercoledì 29 ottobre 2008

Un duro colpo

Era troppo bello per essere vero: una protesta trasversale, studenti di destra, sinistra e centro che si univano per contestare un attacco frontale al loro futuro. Invece in poco tempo si è riusciti a bruciare tutto nel solito, vecchio e stravisto falò ideologico. All'interno dell'aula del Senato IdV e PD protestano timidamente con striscioni contro l'approvazione del decreto Gelmini poi escono unendosi agli studenti che protestano all'esterno (mettendosi alla testa del corteo). Intanto, in Piazza Navona, un gruppo di Blocco Studentesco (gruppo affiliato all'estrema destra) carica la manifestazione degli universitari prima di essere disperso dalla polizia. Il danno di immagine è colossale. Dato poi che l'intero movimento faceva forte leva sulla propria immagine, sulle proprie fantasiose iniziative volte a fare notizia in senso positivo, l'evento sfiora le proporzioni della catastrofe. Benché si tratti infatti di un singolo fatto isolato e che non si tratti in realtà di scontri tra ragazzi e polizia, la risonanza mediatica del fatto è esplosiva: 3 ragazzi in ospedale e una ventina arrestati fanno molta più notizia di 20 città in cui si fanno lezioni in piazza o manifestazioni civili e prive di episodi violenti. Specie se gli eventi negativi avvengono a Roma. Il secondo a mio parere grossissimo errore è stato fatto dallo stesso movimento studentesco romano. Accettare politici in testa al corteo degli studenti sono un segnale molto forte e non condivisibile con la trasversalità propria del movimento. Ad esempio, dubito che uno studente di orientamento PDL veda di buon occhio Anna Finocchiaro alla testa del proprio corteo. In più, a prescindere dal colore politico, c'è chi (come il sottoscritto) ritiene che l'opposizione sia colpevole quantomeno di favoreggiamento, avevano avuto la possibilità di contrastare la legge 133 (già DL 112) e i suoi tagli e non avendo fatto un tubo quando era il momento. Facile ora salire sul carro di chi protesta. Ben vengano se vogliono protestare, come sono benvenuti insegnanti, genitori, bidelli, operai, costruttori di barche o chiunque sia sinceramente contrario a questi provvedimenti insani. Ma devono stare in mezzo al corteo, con gli altri, non in testa. In secondo luogo mi duole dire che il movimento è caduto in alcune banalità: gli universitari non hanno particolari motivi per protestare oggi, l'appena convertito DL 137 riguarda più che altro la scuola elementare (maestro unico, grembiuli). Con questo atteggiamento si offre il fianco a chi accusa gli studenti di non sapere contro cosa stiano protestando, di essere usati dalla sinistra, di fare lotta ideologica eccetera. Questo mezzo harakiri comunicativo, affiancato al cataclisma di immagine materializzatosi in Piazza Navona sono un colpo durissimo al movimento intero, quale che sia la città o il grado scolastico coinvolto.