giovedì 30 ottobre 2008

Cos'è successo a Piazza Navona?

Due sono le versioni. Entrambe, a mio parere, piuttosto parziali e poco attinenti a quella "Verità" che vorrebbero testimoniare. Da una parte il racconto agghiacciante di Curzio Maltese su Repubblica, dall'altra il video di Blocco Studentesco sul loro sito. Il primo potrebbe essere soggettivamente amplificato, come qualsiasi racconto. Il secondo, presentando dei tagli, può essere altrettanto artificioso. Secondo Maltese, Blocco Studentesco ha compiuto una specie di azione squadrista pestando manifestanti inermi con la connivenza della polizia, intervenuta solo all'arrivo dei ragazzi dei centri sociali. Nell'altra versione, Blocco Studentesco manifestava con gli altri, è stato a più riprese provocato e infine è stato aggredito con lancio di bottiglie. La mia opinione in questo momento voglio tenermela per me. Stabilire chi ha iniziato è un'attività infantile, non degna di discussione. Quello che mi interessa sono due punti: il primo, da entrambi i racconti traspare una colpevole assenza delle forze dell'ordine che, come dice il nome stesso, avrebbero dovuto tutelare l'ordine. Secondo Maltese, infatti, la polizia avrebbe dato carta bianca, se non addirittura aiuto e protezione a questi "squadristi", mentre dal video di Blocco Studentesco si vede chiaramente che le due opposte fazioni sono tenute separate da un cordone formato dagli stessi studenti, anzi da alcune ragazze. La seconda questione è che le immagini, sia quelle del video che varie foto sui giornali, parlano piuttosto chiaro: nel furgone di Blocco Studentesto c'erano bastoni e altre armi improprie. Che le avessero portate per «proteggere il proprio diritto a manifestare», per darle addosso ad altri studenti, polizia, passanti o qualunque altro bersaglio, questo gruppo era arrivato in piazza organizzato e pronto alla violenza. Il che è inaccettabile e dovrebbe trovare una condanna unanime del movimento studentesco. Ho tralasciato la questione dei "buuuu" e degli "scemo... scemo..." di Blocco Studentesco contro un uomo che intonava "siamo tutti antifascisti" poiché, sebbene l'antifascismo sia un valore di cui dovrebbe farsi parte, custode e protettore chiunque si professi democratico, cori di questo tipo non avevano alcuna attinenza con la manifestazione, il fenomeno rientrerebbe perciò nella sezione "ha cominciato prima lui".
Nella speranza che la risposta a questi fatti resti quella che per ora è (manifestazioni pacifiche ed appelli trasversali all'unità nel movimento), resta la preoccupazione che il governo voglia attuare una strategia "cossighiana" sfruttando, se non fomentando, episodi di ordine pubblico per togliere consenso popolare alla protesta. Ma se davvero il 70% degli italiani è con loro, come mai ne hanno bisogno?

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