lunedì 29 settembre 2008

Song of the Week 29/09/08

Artista: Pat Metheny
Titolo: Don't Know Why
Album: One Quiet Night
Anno: 2003
Genere: Jazz



Altra originale cover. Questa volta è il grandissimo Pat Metheny che ci propone la sua versione di questo instant classic di Norah Jones. Il brano ha una struttura molto semplice: introduzione, poi il tema con struttura AABB, ripetuto subito dopo ma con originali variazioni da parte di Metheny. A questo punto si ritorna al tema principale, ma il chitarrista ne esegue solo la prima parte (AA) per poi arrivare ad una complicata successione di accordi che costituisce il finale del pezzo. Il tema è un 4/4 costruito sulla pentatonica maggiore di Do (l'originale è in Si-b). La parte A del tema si può a sua volta dividere in una parte costruita sulla semplice pentatonica discendente e un breve "ritornello", un po' come si trova in molti blues. La parte B è invece costruita sulla scala maggiore completa, in realtà quasi una scala dorica poiché poggia infine sul II grado (il Re, nella versione di Metheny). Apprezzabile anche l'accompagnamento "al basso" con cui Metheny dà ritmicità al pezzo: un classico accompagnamento "in 2" (ovvero suonando sul primo e terzo quarto della battuta). Enjoy!

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lunedì 22 settembre 2008

Song of the Week 22/09/08

Artista: Eumir Deodato
Titolo: Also Sprach Zarathustra
Album: Prelude
Anno: 1973
Genere: Fusion



Continua la raccolta di curiose "cover". Questa settimana col brasiliano Eumir Deodato e la sua originale (e famosissima) versione funky-jazz di Also Sprach Zarathustra di Richard Strauss, nota ai più grazie al film 2001: Odissea nello Spazio. In realtà anche questa versione ha una sua importante collocazione cinematografica, facendo da sottofondo in Oltre il Giardino (nella scena in cui Chance esce dal giardino). Il brano è in 4/4 e costruito interamente attorno al riff di accompagnamento suonato dalla mano sinistra dell'organista. Il riff entra subito dopo una breve introduzione introducendo immediatamente il tema, ovvero il classico pezzo di Strauss, intervallato da alcuni "fill" di organo. Dopo 8 battute di passaggio dominate dal basso si passa al lunghissimo blocco costituito dai soli: prima quello di organo, seguito da quello di chitarra, poi di nuovo il tema seguito dal finale. L'uso di un'orchestra "classica" affiancata a strumenti elettrici ed elettronici conferisce a tutto il pezzo un'atmosfera molto 70's. Enjoy!
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domenica 21 settembre 2008

Restyling

Ed ecco a voi la nuova veste grafica del blog! Potrebbe arrivare ancora qualche piccolo ritocco, ma saran cose di poco conto. Intanto, grazie a Marco, abbiamo anche aggiunto la possibilità di separare i post dai loro riassunti. La funzionalità entrerà in funzione con la Song of the Week di domani. Read more!

mercoledì 17 settembre 2008

Non solo Travaglio

Il blog Voglio Scendere (che trovate anche tra i "consigli assortiti" qui a destra) è noto ai più per ospitare opinioni e post di Marco Travaglio. Ma Travaglio non è solo, vi segnalo in particolare i post di Peter Gomez (soprattutto l'ultimo) che trovate qui linkati:
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/?r=85823
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lunedì 15 settembre 2008

Song of the week: 15/09/08

Artista: Charlie Hunter Trio
Titolo: Come As You Are
Album: Bing, Bing, Bing
Anno: 1995
Genere: Jazz
Questa settimana andiamo a trovare Charlie Hunter che ci confeziona col suo trio (Dave Ellis al tenore, Jay Lane alla batteria) una gustosa cover di questo celeberrimo brano dei Nirvana. La composizione presenta subito come pezzo d'atmosfera: la chitarra "clean" e il sax ricamano appoggiano la melodia su una batteria delicata, giocata su piatti e rullante, e su quello che appare un contrabbasso. Ma la band è un trio, il contrabbasso dov'è? Ebbene, Hunter su questo "bara": infatti suona una chitarra a 8 corde che, grazie alla sua notevole abilità, gli permette di suonare efficacemente anche la linea di basso durante tutto il pezzo. Molto interessante su questo notare anche la ricerca sonora: sia i bassi che gli alti sono perfettamente bilanciati, dando proprio l'idea di un contrabbasso e di una chitarra separati. Da notare anche l'interessante uso da parte di Hunter di armonici ed effetti percussivi che lasciano un'impronta caratteristica ed originale in tutto il pezzo, già di per sé sorprendente. Se non altro per la differenza dalla versione dei Nirvana. Dal punto di vista ritmico il pezzo parte in 4/4 (con l'intro di Smells Like Teen Spirit, altro "smash hit" dei Nirvana) per poi passare senza soluzione di continuità ad un 6/8 che dà un tocco notevolmente più "jazzistico" alla melodia. La struttura del tema è quella del pezzo originale: dopo l'introduzione e qualche battuta "a vuoto", troviamo due blocchi costituiti da 8 battute di strofa e 4 di "bridge", ripetuti due volte prima del ritornello. In sostanza una struttura AABAABC. Dopo il ritornello si inserisce la variazione: invece che rientrare nella strofa, la band usa 4 battute di passaggio per introdurre il solo di chitarra, che perde la struttura originaria e termina in un nuovo ritornello, seguito da un analogo passaggio e poi solo di sax. A questo punto il pezzo riparte praticamente dall'inizio, ripetendo l'intero tema, terminato il quale si va in calando. Sembra un finale, ma in realtà la dinamica sale repentinamente in un nuovo solo di sax che ci porta al finale. Enjoy!

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giovedì 11 settembre 2008

LHC, questo sconosciuto

Scrivere degli esperimenti al CERN per un giornalista non è semplice: devi andare fino a Ginevra, metterti un ridicolo casco colorato di plastica, scendere in caverne tappezzate di cemento 100 metri sotto terra per vedere un mucchio di ferro, silicio e cavi, devi addirittura stare sveglio durante la conferenza in cui il malcapitato fisico cerca di spiegarti cosa stanno facendo e perché lo stanno facendo. Non tutti ce la fanno. Così si sentono giornali, telegiornali e radio usare confusamente le parole "nucleare", "big bang", "buco nero", "particella di Dio" e "apocalisse" tutte vicine, ed è perfettamente comprensibile che la gente poi si spaventi. Ma i termini scientifici messi a casaccio non sempre hanno senso, perciò vediamo di fare un po' di chiarezza col noto metodo "fatti una domanda e datti una risposta". Non ho la presunzione di avere un'altissima conoscenza fisica, ma tanto basta per dare un'idea di massima per chi non ne ha affatto (e non è una colpa) e, spero, per contrastare un po' questo terrorismo mediatico.

Lo so che è un post lunghissimo, ma qualche domanda la potete saltare se già ne conoscete la risposta.

Cos'è LHC?
Per rispondere iniziamo dando un'idea di massima del funzionamento degli apparecchi chiamati collider: vi sono due "piste" circolari, in ognuna circola un pacchetto di particelle, in una si gira in un senso, nell'altra nel senso opposto. Le piste sono costituite ognuna da una fila di tubi disposti in modo da formare un anello, in cui è stato fatto il vuoto. Attorno ai tubi sono avvolte delle bobine percorse da una corrente elettrica molto intensa che genera un campo magnetico all'interno del tubo che dà un "calcio" in avanti le particelle, accelerandole. Perciò ad ogni tubo che passano, le particelle ricevono un "calcio" in avanti e accelerano. Dopo poco tempo raggiungono una velocità molto prossima a quella della luce. A questo punto le due piste vengono fatte incrociare e le particelle di una e dell'altra si scontrano tra loro, come in un autoscontro. Attorno al punto di scontro viene posto un rivelatore capace di "vedere" quanta energia si è liberata nello scontro e cosa si è prodotto da esso. LHC è l'acronimo di Large Hadron Collider, ovvero un grosso (large) collider che lavora con particelle dette adroni, nel nostro caso principalmente protoni. Si trova sotto il confine franco-svizzero nei pressi di Ginevra ed è provvisto di un anello lungo 27 Km costituito da più di 1500 tubi. LHC ospita quattro esperimenti: CMS, Atlas, LHCb ed Alice, ognuno dei quali è dotato dei suoi rivelatori dislocati in caverne sotto terra lungo l'anello e di una sua quota di scontri tra particelle creati sotto i suoi rivelatori in modo da raccogliere i dati.

Che tipo di esperimenti si fanno con un collider?
Tutto comincia da Einstein e la sua celeberrima equazione E=mc^2, ovvero l'energia di un corpo (fermo) è pari alla sua massa per il quadrato della velocità della luce. Ma vale anche l'opposto: un'energia sufficiente può "trasformarsi" (può, non lo fa sempre) in una particella la cui massa è data proprio dall'equazione di Einstein (in realtà si trasforma in una coppia di particella-antiparticella, ma non è importante per questa spiegazione). Quello che si fa in un acceleratore di particelle è prendere una particella esistente, accelerarla tantissimo (quindi farle guadagnare energia) e farla scontrare con un'altra particella. Lo scontro libera energia, che può trasformarsi in altre particelle. La differenza tra un collider e un altro acceleratore è che nel primo si fanno scontrare due particelle entrambe accelerate, quindi si produce moltissima energia: basti pensare alla differenza tra un'auto che si scontra contro un muro a 100 km/h e un frontale tra due auto entrambe a 100 km/h, il secondo è molto più violento. La maggiore energia liberata permette di produrre particelle di massa superiore, quindi di scoprire particelle nuove (come cercheranno di fare gli esperimenti Atlas e CMS) oppure di indagare più approfonditamente particelle o altri effetti già noti prodotti nello scontro (come si farà negli esperimenti LHCb e Alice).

Cosa c'entra il Big Bang?
LHC è una macchina molto molto potente, gli scontri tra protoni al suo interno produrranno energie elevatissime (per le scale atomiche), il che corrisponde a ricreare in piccolo condizioni praticamente identiche a quelle in cui si trovava l'universo pochi miliardesimi di secondo dopo il Big Bang. Un miliardesimo di secondo, per le scale temporali usate nello studio del Big Bang è in realtà un tempo molto lungo, basti vedere questa figura: sono già passate l'Epoca della Grande Unificazione e l'Epoca Elettrodebole. Sebbene durino poche frazioni di secondo, il fatto che si chiamino Epoca dà un'idea della loro importanza.

Cos'è la "Particella di Dio"?

"Particella di Dio" è l'etichetta infelicemente affibiata ad una particella, il bosone di Higgs. L'incolpevole bosone non ha assolutamente nulla a che vedere con un presunto essere superiore creatore dell'universo e onnipotente, non più di quanto ne abbia l'elettrone o il fotone almeno! Il bosone prende il nome dal prof Peter Higgs che per primo ne ha ipotizzato l'esistenza. La teoria di Higgs dice in pratica che l'universo è pervaso da queste particelle, le quali interagiscono, "parlano" se vogliamo, con tutte le altre particelle e tra loro. Il risultato dell'interazione tra un bosone di Higgs e un'altra particella (o un altro Higgs) è che la seconda particella ottiene la propria massa. Basandosi sulle ipotesi del prof Higgs sono stati fatti molti calcoli teorici perciò della sua particella sapremmo moltissimo, solo che non sappiamo se effettivamente Higgs avesse ragione. Il compito principale degli esperimenti Atlas e CMS è proprio vedere se dagli scontri tra protoni si produce il bosone di Higgs. I fisici sanno già dove andrebbe cercato questo bosone e LHC è in grado di produrlo. Resta da vedere se effettivamente lo si trova, se succedesse sarebbe un passo enorme in avanti nella conoscenza dell'universo.

Cos'è questa storia dei buchi neri?
Un buco nero è un oggetto di massa talmente grande da modificare pesantemente lo spazio-tempo che lo circonda. La possibilità che LHC crei dei microscopici buchi neri c'è, ma nulla a che vedere con i buchi neri cosmici: LHC lavora con protoni, ovvero frazioni grandi circa 100 mila volte meno di un atomo. Secondo la cosiddetta Teoria dell'Evaporazione di Hawking, inoltre, questi buchi neri sarebbero troppo piccoli e si auto-consumerebbero in una frazione di secondo.

Moriremo tutti?
Stando a quello che dice il biochimico tedesco Otto Rössler sì. Secondo me pure. Fatevene una ragione: prima o poi si muore. Ma non sarà LHC ad ucciderci. Rössler sostiene dei 3000 fisici che han lavorato ad LHC solo pochi han fatto i conti (sbagliati) e gli altri gli son semplicemente andati dietro. Invece lui ha rifatto i conti basandosi sulla Teoria delle Stringhe (tuttora priva di conferma sperimentale) e sostiene che i buchi neri non si auto-consumeranno, si allargheranno sempre più fino a consumare tutto il pianeta. Di momenti simili di panico se n'è già visti, uno per tutti quello che nel 1999 riguardava l'acceleratore di Brookhaven negli Stati Uniti. Sono passati quasi 10 anni e la Terra sembra ancora piuttosto solida. Infine, un esempio pratico: avete messo su una fontana meravigliosa, altissima, con giochi d'acqua spettacolari, chiamando per installarla 3000 tra i migliori idraulici del mondo. Quando state per accenderla arriva un elettricista e vi dice che i vostri idraulici han sbagliato tutto e che secondo i suoi calcoli la vostra fontana vi inonderà casa. Chiedete agli idraulici e vi ripetono che ci han ben pensato prima di costruire e la cosa funzionerà. Non so voi, io accenderei la fontana.

Dopo tutto l'amico Otto fa bene ad essere prudente:


«Ho sempre consigliato a tutti di stare alla larga dai buchi neri perché, una volta dentro, è estremamente difficile tirarsene fuori e conservare l'orecchio per la musica.» (Woody Allen)
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lunedì 8 settembre 2008

Song of the week: 08/09/08

Artista: e.s.t.
Titolo: When God Created the Coffeebreak
Album: Strange Place for Snow
Anno: 2002
Genere: Jazz
Tutto il virtuosismo e l'estro di questo originalissimo trio jazz originario della Svezia che rifugge gli schemi classici del gruppo jazz. Il brano è dominato dal lungo, vorticoso e quasi ipnotico riff giocato interamente sui bassi, suonato all'unisono dalla mano sinistra di Esbjörn Svensson (pianoforte) e da Dan Berglund (contrabbasso), il tutto tenuto insieme dalla sempre frenetica batteria di Magnus Öström. Su questo si innestano note lunghissime, accordi e pause di stampo "mehldau-ish". Assolutamente caratteristica di tutta la produzione del trio è l'alternanza nell'uso del contrabbasso tra dita e archetto. Ad esso solitamente si accompagna l'uso di effetti elettronici, sia sul contrabbasso che sul piano. Dopo la parentesi all'archetto il contrabbasso si slega dal riff, passa all'accompagnamento. Il successivo blocco tematico è un lunghissimo e "jarretiano" solo di pianoforte, prima da solo, poi accompagnato dal trio. Il solo confluisce magistralmente di nuovo nel riff iniziale, su cui successivamente si costruisce una specie di seconda introduzione seguita dal finale. Purtroppo il trio si è dovuto fermare per la prematura scomparsa del front-man Esbjörn Svensson, deceduto in un incidente subacqueo il 14 giugno 2008. Una grave perdita per il mondo della musica, che ha dovuto rinunciare ad un gruppo innovativo e di qualità che stava riscuotendo grande popolarità sia nelle nicchie jazzistiche che sul grande pubblico. Enjoy!


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sabato 6 settembre 2008

Ancora un pò di pazienza

La fisica è un'amante esigente e quindi di recente ho dovuto tralasciare il mio amato blag (cit.). Ne approfitto dunque per allungare la pausa e definire con più precisione gli obiettivi da dare a questo spazio. La fase sperimentale (o se volete di transizione) durerà fino a fine settembre, dopodiché il sito raggiungerà la sua veste e la sua attività stabile e definita
L'unica cosa che riprenderà già da subito la sua piena potenza sarà il SongOfTheWeek, spostato però al lunedì, così da accompagnarvi per una vera settimana.
Allora appuntamento a lunedì 8 settembre per il nuovo SOTW e nel frattempo... non strappatevi i capelli Read more!