giovedì 30 ottobre 2008

Cos'è successo a Piazza Navona?

Due sono le versioni. Entrambe, a mio parere, piuttosto parziali e poco attinenti a quella "Verità" che vorrebbero testimoniare. Da una parte il racconto agghiacciante di Curzio Maltese su Repubblica, dall'altra il video di Blocco Studentesco sul loro sito. Il primo potrebbe essere soggettivamente amplificato, come qualsiasi racconto. Il secondo, presentando dei tagli, può essere altrettanto artificioso. Secondo Maltese, Blocco Studentesco ha compiuto una specie di azione squadrista pestando manifestanti inermi con la connivenza della polizia, intervenuta solo all'arrivo dei ragazzi dei centri sociali. Nell'altra versione, Blocco Studentesco manifestava con gli altri, è stato a più riprese provocato e infine è stato aggredito con lancio di bottiglie. La mia opinione in questo momento voglio tenermela per me. Stabilire chi ha iniziato è un'attività infantile, non degna di discussione. Quello che mi interessa sono due punti: il primo, da entrambi i racconti traspare una colpevole assenza delle forze dell'ordine che, come dice il nome stesso, avrebbero dovuto tutelare l'ordine. Secondo Maltese, infatti, la polizia avrebbe dato carta bianca, se non addirittura aiuto e protezione a questi "squadristi", mentre dal video di Blocco Studentesco si vede chiaramente che le due opposte fazioni sono tenute separate da un cordone formato dagli stessi studenti, anzi da alcune ragazze. La seconda questione è che le immagini, sia quelle del video che varie foto sui giornali, parlano piuttosto chiaro: nel furgone di Blocco Studentesto c'erano bastoni e altre armi improprie. Che le avessero portate per «proteggere il proprio diritto a manifestare», per darle addosso ad altri studenti, polizia, passanti o qualunque altro bersaglio, questo gruppo era arrivato in piazza organizzato e pronto alla violenza. Il che è inaccettabile e dovrebbe trovare una condanna unanime del movimento studentesco. Ho tralasciato la questione dei "buuuu" e degli "scemo... scemo..." di Blocco Studentesco contro un uomo che intonava "siamo tutti antifascisti" poiché, sebbene l'antifascismo sia un valore di cui dovrebbe farsi parte, custode e protettore chiunque si professi democratico, cori di questo tipo non avevano alcuna attinenza con la manifestazione, il fenomeno rientrerebbe perciò nella sezione "ha cominciato prima lui".
Nella speranza che la risposta a questi fatti resti quella che per ora è (manifestazioni pacifiche ed appelli trasversali all'unità nel movimento), resta la preoccupazione che il governo voglia attuare una strategia "cossighiana" sfruttando, se non fomentando, episodi di ordine pubblico per togliere consenso popolare alla protesta. Ma se davvero il 70% degli italiani è con loro, come mai ne hanno bisogno? Read more!

mercoledì 29 ottobre 2008

Un duro colpo

Era troppo bello per essere vero: una protesta trasversale, studenti di destra, sinistra e centro che si univano per contestare un attacco frontale al loro futuro. Invece in poco tempo si è riusciti a bruciare tutto nel solito, vecchio e stravisto falò ideologico. All'interno dell'aula del Senato IdV e PD protestano timidamente con striscioni contro l'approvazione del decreto Gelmini poi escono unendosi agli studenti che protestano all'esterno (mettendosi alla testa del corteo). Intanto, in Piazza Navona, un gruppo di Blocco Studentesco (gruppo affiliato all'estrema destra) carica la manifestazione degli universitari prima di essere disperso dalla polizia. Il danno di immagine è colossale. Dato poi che l'intero movimento faceva forte leva sulla propria immagine, sulle proprie fantasiose iniziative volte a fare notizia in senso positivo, l'evento sfiora le proporzioni della catastrofe. Benché si tratti infatti di un singolo fatto isolato e che non si tratti in realtà di scontri tra ragazzi e polizia, la risonanza mediatica del fatto è esplosiva: 3 ragazzi in ospedale e una ventina arrestati fanno molta più notizia di 20 città in cui si fanno lezioni in piazza o manifestazioni civili e prive di episodi violenti. Specie se gli eventi negativi avvengono a Roma. Il secondo a mio parere grossissimo errore è stato fatto dallo stesso movimento studentesco romano. Accettare politici in testa al corteo degli studenti sono un segnale molto forte e non condivisibile con la trasversalità propria del movimento. Ad esempio, dubito che uno studente di orientamento PDL veda di buon occhio Anna Finocchiaro alla testa del proprio corteo. In più, a prescindere dal colore politico, c'è chi (come il sottoscritto) ritiene che l'opposizione sia colpevole quantomeno di favoreggiamento, avevano avuto la possibilità di contrastare la legge 133 (già DL 112) e i suoi tagli e non avendo fatto un tubo quando era il momento. Facile ora salire sul carro di chi protesta. Ben vengano se vogliono protestare, come sono benvenuti insegnanti, genitori, bidelli, operai, costruttori di barche o chiunque sia sinceramente contrario a questi provvedimenti insani. Ma devono stare in mezzo al corteo, con gli altri, non in testa. In secondo luogo mi duole dire che il movimento è caduto in alcune banalità: gli universitari non hanno particolari motivi per protestare oggi, l'appena convertito DL 137 riguarda più che altro la scuola elementare (maestro unico, grembiuli). Con questo atteggiamento si offre il fianco a chi accusa gli studenti di non sapere contro cosa stiano protestando, di essere usati dalla sinistra, di fare lotta ideologica eccetera. Questo mezzo harakiri comunicativo, affiancato al cataclisma di immagine materializzatosi in Piazza Navona sono un colpo durissimo al movimento intero, quale che sia la città o il grado scolastico coinvolto. Read more!

martedì 28 ottobre 2008

LaStampa e i numeri della protesta

Un articolo su LaStampa ha svegliato la mia curiosità e il mio spirito di indagine: ero curioso di capire se questa "maggioranza silenziosa" di studenti che non appoggiano la protesta fosse davvero una maggioranza.


L'articolo (Scontro sul Web: "Fateci studiare" - tra l'altro non firmato) parla dei gruppi Facebook che si oppongono a occupazioni-manifestazioni-proteste (trattandoli anche come fenomeni equivalenti) oppure appoggiano il ministro Gelmini e/o la sua riforma. Cito: «"La maggioranza silenziosa", come si autodefiniscono questi studenti, si sta mobilotando per farsi conoscere e per difendere il diritto di tutti allo studio, violato, a loro parere, da chi ha occupato le università.». Benché concluda dicendo che «La legge dei numeri, comunque, incorona vincitori nell'arena virtuale di Facebook gli studenti contrari al decreto Gelmini», dal tono dell'articolo si deduce una specie di testa a testa con una pesante rimonta di questa autodefinitasi maggioranza silenziosa. Allora cos'ho fatto? Ho fatto un lungo giro su Facebook e ho raccolto dei dati che fossero più precisi di "il gruppo anti-occupazione più numeroso conta 1400 iscritti, ma poi i protestanti sono di più". Non ho assolutamente la pretesa di uno studio scientifico serio, volevo solo fornire qualche numero che, sebbene un po' grezzo, non desse adito ad interpretazioni come le parole dell'anonimo giornalista de LaStampa.
Il risultato è il seguente. Nella protesta, in un modo o nell'altro, entrano 89980 iscritti (che non significa per forza utenti singoli). Esistono 275 gruppi, per così dire, "a favore" della attuale protesta universitaria, per un totale di 77905 iscrizioni, di cui 15794 "nuove". A questi si oppongono 74 gruppi che vogliono interrompere le proteste, contando un totale di 12075 iscrizioni, di cui 5549 "nuove". Se la matematica non è un'opinione, i contro sono circa il 13% del totale. Che non mi pare una maggioranza. Quello che è vero è che il numero di questi contro-protestanti cresce più velocemente: i nuovi iscritti sono il 46% a fronte del 20% dell'altro campo. Questo è però fisiologico, poiché da un lato il movimento di protesta è rallentato dalla propria estensione e dall'impossibilità di crescere sempre a velocità costante. Dall'altro lato, la contro-protesta è più nuova e meno estesa e ha quindi tutti i vantaggi corrispondenti alle limitazioni del movimento di protesta. Tutto il fenomeno è comunque complesso ed estremamente fluttuante per il momento e molti numeri sono cambiati anche nel corso della mia indagine, sia da un lato che dall'altro. Ciò che si può inconfutabilmente dire è che questa contro-protesta si sta allargando, ma resta enormemente inferiore nei numeri al movimento opposto.

Nota: Non sono sicuro di aver intercettato tutti i gruppi coinvolti, ma avendo ricercato con parole chiave "occupazioni", "133/08" e "gelmini" penso di aver preso un campione significativo. A breve, comunque, metterò anche a disposizione la tabella completa dei dati raccolti.
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lunedì 27 ottobre 2008

Song of the Week 27/10/08

Artista: Artie Shaw
Titolo: Begin the Beguine
Album: n/a
Anno: 1935
Genere: Swing



L'appetito vien mangiando... e allora inizio questo tuffo nel passato, in brani che sembrano usciti dalla colonna sonora di film di Woody Allen. Iniziando proprio da quel Artie Shaw di cui si parlava l'altro giorno e proprio nel brano che ha generato l'episodio narrato nel post. Il brano (di Cole Porter del '35) è in realtà piuttosto articolato per essere nato nell'era d'oro dello swing, infatti esce dalla comune struttura a 32 battute, ma più in generale si libera da quella struttura tematica che è caratteristica di tutti quelli che sono standard jazz. Non vi è, infatti, una precisa strutturazione in sottotemi ripetuti, vi è piuttosto un tema portante ripetuto inizialmente, seguito da un primo tema secondario, poi una prima breve ripresa del primo, un lungo interludio e il finale. Non a caso, a differenza di molti altri famosi temi da swing o musical, questo bellissimo brano non ha avuto importanti incarnazioni nel be-bop né in altre correnti jazzistiche successive. La struttura, infatti, lo rendeva poco adatto a piegarsi ai fantasiosi svolazzi solistici di Parker, Gillespie e compagni. L'esecutore è obbligato a seguire la forma data da Porter, ottenendo interpretazioni diversificate in stile (da Shaw a Parker perfino a Julio Iglesias) ma sempre mantenendo questa struttura di base. Passato di moda lo swing, questa rigidità è stata in parte la rovina del brano che non ha seguito l'evoluzione del jazz, pur rimanendo una pietra miliare. Shaw si prende praticamente tutte le libertà possibili: cambia tonalità rispetto all'originale, riarrangia il brano per la sua big band, lascia il suo sassofonista libero di portare qualche variazione al tema, come lui stesso fa aggiungendo pregevoli abbellimenti lungo tutto il brano. Enjoy!
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sabato 25 ottobre 2008

Cervelli in procinto di fuggire

Una breve chiacchierata avuta oggi pomeriggio mi ha schiarito le idee su quello che penso e sto provando in questo periodo. Perciò ho deciso di scrivere questa lettera, nella speranza che qualcuno la legga e capisca che forse gli studenti non protestano solo per non fare lezione, ma perché sono davvero incazzati. Io personalmente non so quanto protesterò, ma è perché ormai sono piuttosto scoraggiato, disilluso e pessimista.

Caro Paese,
l'istruzione è la chiave per il futuro. Nel mondo moderno il sapere e l'imparare sono importanti più che mai per dare ai giovani condizioni d'esordio decisamente ottimali. Lo scopo primario perciò consiste nell'offerta delle migliori opportunità di istruzione per i nostri bambini e ragazzi, perché la "materia prima" intelletto è la risorsa più preziosa che abbiamo.
Non sono parole mie, sono quello che pensa dell'istruzione il governo bavarese, che infatti ha tra le sue uscite la voce più importante l'istruzione, che da sola ricopre ¼ delle spese. Esiste quindi qualcuno per il quale l'istruzione è veramente una risorsa e un investimento. Probabilmente hanno anche strutture più adeguate ed organizzate delle nostre, ma questo è conseguenza dell'impegno a crearle, al fine di formare meglio i propri giovani. Del resto qualunque imprenditore sa che per far partire il circolo virtuoso della propria azienda occorre un investimento, l'iniezione di un capitale iniziale.
Tuttavia, quello che ho visto fare negli ultimi anni, sia da destra che da sinistra, è stato una presa d'atto che la scuola italiana non funziona, che il piazzamento degli studenti medi nei ranking internazionali di preparazione colava a picco, che scuole e università sprecavano ingenti risorse. Tutto vero, ma ciò che n'è seguito è stata una serie di tagli punitivi, senza alcuna pretesa di riorganizzazione per renderle efficienti. Questo innesca il meccanismo opposto, come dovrebbe ben sapere il nostro attuale Premier, laureato in economia e capitano d'impresa di successo.
Invece si procede con ulteriori tagli ai fondi, costringendo le università a tagliare le offerte agli studenti. A cominciare dalle borse di dottorato, fondamentali per quei (pochi) studenti usciti da facoltà scientifiche. Niente dottorati significa niente ricerca, quindi niente progresso. In un momento in cui “competitività” è una parola chiave nel dibattito politico, questa è una mossa oltremodo suicida.
C'è un altro punto: dopo essersi fatti in quattro per cinque (in realtà più) anni, aver studiato come e probabilmente più di altri, ci si ritrova abbandonati a se stessi. Anche nel caso si consegua un dottorato, il blocco delle assunzioni per giovani in cambio di pensionandi toglie le ultime speranze alla giovane forza lavoro. Ci si ritrova dunque con un capitale di talenti, di abilità, di conoscenza non valorizzato perché, evidentemente, ritenuto poco utile. Mentre è un capitale notevole: sebbene lo studente italiano medio si piazzi malino nelle classifiche, lo studente di fisica, matematica e altre materie scientifiche è molto quotato sulla scena internazionale, basti pensare ai numerosi Nobel, anche recenti, provenienti o legati all'Italia (da Rubbia a Salam, tanto per fare due nomi) e al numero enorme di italiani al CERN di Ginevra.
Ebbene, esistono paesi che questo capitale invece lo valutano eccome, come dimostrato dal bilancio bavarese. Quando dovrò scegliere come e dove procedere la mia formazione o iniziare la mia carriera lavorativa questo sarà un fattore determinante per me come, credo, per molti miei colleghi. Perciò quel capitale di cervelli, nonché il capitale reale, monetario, impiegato per formarli verrà in sostanza regalato all'estero: dagli Stati Uniti alla Germania, dalla Spagna alla Francia. Alla faccia della difesa del made in Italy.
L'unica conclusione che posso trarre, caro il mio Paese, è che qui la dirigenza non è interessata a me. Ed essendo in democrazia, dove la dirigenza è eletta dal popolo, ne devo dedurre che neanche al popolo interessano molto le mie capacità. Devo dire che questo mi offende. Dopo aver speso il mio tempo e il mio impegno per crescere e formarmi per poter alla fine dare il mio contributo alla società e far qualcosa di buono, vedo tutto questo buttato via. Il mio sforzo, quello che è stato il mio unico impegno e lavoro per gli ultimi 16 anni e, probabilmente, per i prossimi 4-5 non è niente, non serve. Sì, sono decisamente offeso.
Perciò la già prevista decisione di andarmene e di lasciarti, caro Paese, non sarà più soltanto una questione di prospettiva o, se vogliamo, di ambizione personale, sarà anche un atto di protesta. Non me ne andrò solo per premiare me stesso e i miei sforzi con un lavoro e una vita che li valorizzino, ma anche per punire te. Me ne andrò con coscienza e finanche volontà di regalare quei soldi e queste capacità ad altri, penalizzandoti così doppiamente. Non ci saranno rimpianti: chi non valuta questo tipo di sacrificio non lo merita, chi non comprende cosa potrebbe avere da me e da tutti quelli come me non merita quello che abbiamo fatto per lui, né merita di avere quello che avremmo ancora da dare.
Stammi bene

Karl
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Occupazione 2.0

netlog
riforma
youtube
finanziaria
badoo
facebook

Perché questi collegamenti strani? Perché, come spiegano loro stessi, sono una forma di protesta.

Pur non condividendo soprattutto i tempi di questa protesta studentesca (stiamo protestando due mesi dopo l'approvazione della legge), sono convinto che sia giusto farsi sentire, e siccome quelli che dovrebbero rappresentarmi in parlamento non mi rappresentano, credo di dovermi arrangiare. Avendo qualche difficoltà a partecipare alle forme più "materiali" di protesta (causa studio), sono stato ben felice di partecipare a questa forma di protesta tecnologica. Poi, appena avrò finito di raccogliere il materiale, arriverà un post sulla "riforma" in sé. Questo tipo di iniziative, così come quelle elaborate dagli studenti di Milano (sulle quali segnalo un bell'articolo di Curzio Maltese oggi su Repubblica) sono, credo, le migliori risposte possibili a parole come quelle irresponsabili pronunciate da Cossiga, che probabilmente ha confuso il termine "repubblica" con "Impero di Guerre Stellari". D'altro canto quando a scuola ci andava lui sull'abecedario c'era "...C come Ciuco - D come Duce...", data l'atmosfera e sentendo parlare di grembiuli e maestri unici si sarà sentito trasportare indietro a quei gloriosi tempi, quando i treni arrivavano in orario...
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giovedì 23 ottobre 2008

Pubblicità automatiche

Breve post per condividere questo divertente episodio: stavo cercando informazioni sul brano Begin the Beguine di Cole Porter, arcinoto nell'interpretazione di Artie Shaw. Perciò googlo "begin the beguine chords" e tra i vari risultati mi esce questo sito di tablature per chitarra, che attribuisce il brano allo stesso Shaw. La sequenza di accordi è preceduta da un po' di pubblicità, tra cui il fatidico annuncio: «How to play like Artie Shaw? You can play guitar exactly like Artie Shaw! Interested?»... E ora? Cosa gli rispondiamo? Che Artie Shaw probabilmente suonasse la chitarra meglio di quanto mai farò io in tutta la mia vita è un dato di fatto. Magari giocava anche molto bene a backgammon, ma direi che più che altro era un clarinettista...
Qualche volta le macchine sanno essere proprio divertenti!

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lunedì 20 ottobre 2008

Song of the Week 20/10/08

Artista: Béla Fleck and the Flecktones
Titolo: Hoedown
Album: Live at the Quick
Anno: 2002
Genere: Fusion



Detesto ripetermi, ma questa settimana sono stato ingolfato con lo studio. Perciò posto in ritardo e senza analisi. Per giunta ripetendo la band della settimana scorsa (nonché la più abbondante della rubrica) con un ulteriore OverTime di cover (originale di Emerson, Lake & Palmer). Che ci volete fare, quando si deve far un lavoro rapido si gioca in casa. Vedere il mio profilo last.fm per credere... Divertentissima la parentesi iniziale con il suonatore di tabla. Album assolutamente consigliato, anche se rarissimo in Italia (come tutta la produzione dei Flecktones). Enjoy!
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mercoledì 15 ottobre 2008

La Cosca di Montecitorio

Durante la campagna elettorale destra e "sinistra" promettevano cambiamenti. Qualcuno fece anche proprio il motto Yes, we can! di Obama (prontamente dismesso dallo stesso Barack circa il giorno dopo). Ci promettevano un cambiamento nella classe politica, si trovavano tutti d'accordo sul fatto che la "casta" non dovesse essere più tale: meno stipendi, meno parlamentari, meno inquisiti, basta ai condannati (benché qualcuno avesse escluso i "perseguitati"). Ora non solo queste promesse sono finite nel dimenticatoio, ma assistiamo ad un clientelismo assolutamente sfacciato e insolente. Mentre il gregge applaude rintronato dagli spot.
Tutti sanno che il clientelismo è sempre esistito, non siamo ingenui, ma non in questo modo così arrogante e mafioso. Al momento sono sospese nel vuoto le elezioni di due importanti figure: il presidente della commissione di vigilanza sulla Rai e nientepopodimenoché un giudice della Corte Costituzionale (quella che deve decidere se il Lodo Alfano sia legale). Il PdL propone per questa carica il nome di Gaetano Pecorella. Senza ridere. Pecorella è un uomo inquisito per favoreggiamento ai terroristi di Piazza della Loggia, quindi a rischio di condanna, è ex avvocato di Berlusconi e, ovviamente, attualmente deputato del PdL. Perciò nella Corte che decide la costituzionalità delle leggi ci sarebbe una persona che quelle leggi le ha votate e che quindi parte estremamente prevenuta (a favore o contro) sulla loro costituzionalità. Nel caso particolare dovrebbe giudicare su un provvedimento, l'Alfano, che protegge il presidente del partito di cui lui stesso è membro (anzi deputato) nonché suo ex-assistito. Facile immaginare quale sia la sua opinione. In un momento in cui si discute e ci si cruccia di leggi ad-personam questa proposta è offensiva quasi quanto la Carfagna alle pari opportunità. Per non ricordare ancora il processo in corso per favoreggiamento. L'opposizione (per modo di dire) che fa? Dialoga. Dialoga tra sé, per un giorno e mezzo, prima di decidere che non si può fare. A questo punto entra l'intimidazione che avevamo già visto ai tempi della vicenda Alitalia: il PdL dice che "il percorso per una nomina alla vigilanza Rai ora si potrebbe fare più accidentato". Perciò velatamente ma chiaramente, come solo Vito Corleone avrebbe saputo fare, fanno capire che o passa il loro uomo o sta ancora tutto fermo. E la colpa sarà solo del PD che non vuole piegarsi. Così come in Alitalia era solo colpa dei sindacati che non volevano accettare il contratto proposto.
Chiudo con una piccola citazione che mi pare sia adeguata ad una riflessione sulla situazione e su ciò che cercano di venderci come democrazia. Pare anche con successo.
Tirannide indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo. -V. Alfieri, Della Tirannide, Libro I

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lunedì 13 ottobre 2008

Song of the Week 13/10/08

Artista: Béla Fleck and the Flecktones
Titolo: Spain
Album: n/a
Anno: 1993
Genere: Fusion



Per quella che è l'ultima cover della serie, arriva una notevole chicca: Spain eseguita dai Flecktones. Con un uomo in meno (Coffin ancora non era arrivato), un pò più magri e, onestamente, tutti molto peggio pettinati rispetto a come si presentano oggigiorno. Però sempre ugualmente virtuosi. Il pezzo si struttura nella classica introduzione tratta dal Concerto de Aranjuez eseguita da Fleck accompagnato da un vellutato sottofondo di basso e da un francamente un pò invadente Futureman alla batteria. Dopo l'introduzione il pezzo segue l'arcinota struttura originale di Corea: stacco, primo tema, stacco con unisono prima voce-basso, tema. Passato questo tema si apre una notevole sezione dedicata al solo di basso. Nel primo minuto Wooten strizza l'occhio a Patitucci e Clarke (con in più quel tremolo incredibile) dando spazio a frasi veloci e complesse, dopodiché si abbandona ai suoi classici giochi di ritmica, al double thumping e ad una serie di noti e tecnicamente molto complessi effetti percussivi (con scivolata lungo il manico) che culminano nella sua mossa più famosa: ruotare il basso attorno al corpo. Finito il solo la band rientra nel tema dando poi spazio a Fleck per il proprio solo, che rientra, dopo un cambio di tonalità, nel tema. Poi un bel passaggio di banjo riporta al tema, poi lo stacco, arricchito dall'interessantissima variazione ritmica, poi il finale. Curiosità: dopo aver fatto ruotare il basso, a Wooten resta incastrato il cavo nelle meccaniche, problema viene sistemato con non-chalance da Fleck con una mano mentre suona con l'altra!! Enjoy!
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lunedì 6 ottobre 2008

News from South Park

Per chi non seguisse assiduamente le vicende della "tranquilla città di montagna" del Colorado, siate avvertiti che mancano circa 2 giorni al ritorno della 12° stagione, che ripartirà con un episodio incentrato sull'Unico e Solo Eric T. Cartman, che cercherà di fermare l'ascesa cinese prima che questi invadano gli Stati Uniti. Inoltre, come vedete, è in uscita (domani, 7 ottobre) un doppio DVD dal titolo The Cult of Cartman: 12 episodi uncensored del Grande Eric, più contenuti speciali tra cui 12 lezioni di vita come questa
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Song of the Week 6/10/08

Artista: Keith Jarrett
Titolo: Over the Rainbow
Album: Live in Tokyo
Anno: 1984
Genere: Jazz



Questa settimana Keith Jarrett interpreta l'arcinoto classico di Arlen e Harburg scritto per Il Mago di Oz del 1939, ma mai inserito nella pellicola per l'opposizione di Louis B. Mayer - l'ultima "M" della hollywoodiana MGM, tanto per intenderci. Il brano è una classica ballad, di una semplicità e contemporaneamente di una bellezza disarmanti, mentre l'interpretazione di Jarrett (basata sul classico tema e variazioni) è di enorme intensità, del livello che solo un geniale interprete quale lui è può raggiungere. Pertanto ritengo sarebbe superfluo e quasi dannoso un qualunque mio tentativo di analisi del brano, che vi lascerò godere nella sua purezza, senza tediarvi con considerazioni tecniche che, credo, lo spoglierebbero di parte della magica poesia di cui è ammantato. Enjoy!
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